sabato 20 ottobre 2007

Il 2.0 e internet abbattono i muri della censura: osservazioni sulla morte di un uomo in presa diretta, colpevole di fare solo il suo lavoro

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Per inaugurare la sezione video del mio blog ho scelto questo filmato sulla rivoluzione dei monaci tibetani in Birmania. Un filmato crudo, violento, come lo sono tutti quelli nei quali si vede un uomo morire in presa diretta. Il fotografo giapponese Kenji Nagai viene ucciso mentre sta provando a far conoscere al mondo la violenza sanguinaria della dittatura birmana: un soldato lo vede a terra e gli spara con freddezza. Guardo e riguardo questo video, ma non per sadismo, ma solo perchè tante idee mi passano per la testa mentre davanti agli occhi scorrono queste immagini...provo a riassumerle. Intanto devo dire che sono notevoli le somiglianze con il filmato, allora diffuso solo in tv (internet ancora non esisteva) della rivolta di piazza Tiananmen del 1989, quando uno studente cinese si mise davanti ad un carro armato cercando vanamente di impedirne l'avanzata. Naturalmente i due episodi sono molto diversi tra loro nel contenuto ma in entrambi i casi siamo di fronte a delle rivolte sedate con la violenza e c'è un civile che deve fare i conti con un sistema autoritario. In seconda battuta non posso non pensare a quanto internet sia diventato ormai un Grande Fratello al quale neanche la censura più rigida, in qualsiasi stato del mondo, può opporsi. Trovo ancora più interessante che ormai non c'è più bisogno di una troupe televisiva o di macchinari particolarmente sofisticati per mettere in rete, sotto gli occhi di tutti, un video come questo che la dittatura birmana non acconsentirebbe mai di diffondere: basta magari un telefono cellulare con videocamera e il più è fatto. Magari non è questo il caso nel video che ho scelto ma se qualcuno fosse stato nei paraggi in quel momento avrebbe potuto magari filmare gli ultimi istanti di vitsa del fotografo giapponese in maniera ancora più ravvicinata. Naturalmente non c'è niente di bello nel vedere un essere umano esalare il suo ultimo respiro ma in questa società così attenta allo scoop e al filmato "not politically correct", in questa società di curiosi e ficcanaso spesso eventi come questi sono "cliccatissimi". Questo è ciò che il pubblico vuole, i media sembrano adeguarsi. Elzei

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